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Self Publishing: unica opzione o peccato mortale?

18/1/2019

 
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La convinzione che tutti i libri auto-pubblicati siano scritti male, inediti e mal progettati è diffusa. Si, molti di loro lo sono. Troppi. Ma alcuni libri auto-pubblicati sono ottimi. Uno dei motivi principali per cui gli autori auto-pubblicano libri è che hanno troppi pochi anni a disposizione nella vita o troppo poca pazienza per seguire le vie tradizionali. 

La maggior parte degli editori acquisterà solo quei libri portati loro dagli agenti, e per uno scrittore in erba trovare un agente può voler dire aspettare due anni o per sempre. In genere, gli agenti raccolgono due o tre nuovi autori su ogni 2000 manoscritti sottoposti a loro. (È utile se l'autore è imparentato con qualcuno nel settore dell'editoria o ha ottenuto un premio prestigioso). 
Una volta che un agente assume un autore, lui o lei richiederà una riscrittura del testo in base alla sua opinione su ciò che gli editori vogliono. Quindi, l'agente passa da sei mesi a due anni in cerca di un editore per acquistare il libro. Per ogni 1.000 manoscritti che vedono gli editori, ne acquisiranno circa tre. Fate voi il conto.

Da tre a cinque anni nel processo, quasi tutti gli autori rinunciano.

Inoltre, i vantaggi dell'editoria tradizionale sono venuti meno. Una volta generose anticipazioni sono ora riservate a autori e celebrità già famosi. Per tagliare i costi, gli agenti e gli editori di oggi non accetteranno manoscritti fino a quando non saranno stati modificati professionalmente a un costo per l'autore che va da 1.300 a 8.000 EUR. E se non sono John Grisham o Bill Clinton o Nora Roberts, ora gli autori fanno la maggior parte del proprio marketing - e pagano anche per questo.

Non meraviglia che l'auto-pubblicazione sia così popolare. Negli ultimi dodici anni, il numero di libri auto-pubblicati è salito da circa 75.000 all'anno a oltre 1,5 milioni negli Stati Uniti. Questa è contemporaneamente una buona e cattiva notizia. Il bello: tutti hanno la possibilità di scrivere il Great American Novel o un memoriale straordinario. Il brutto: è difficile per i lettori setacciare quel raccolto per trovare il frutto migliore. Di conseguenza, molti non ci provano nemmeno. Se un libro non è pubblicato da un editore tradizionale di New York o europeo, non lo prenderanno nemmeno in considerazione.
​
Lo stesso Umberto Eco affermò che "una casa editrice ti prende in considerazione solo se ti conosce già. Anche se ti raccomanda l’Autore Eccelso, gli dà ascolto solo se ti conosce già".
Dovrei quindi rinunciare al mio desiderio di scrivere?
​Oppure perdermi nella giungla delle case editrici che ti pubblicano in cambio di soldi, le agenzie letterarie e via dicendo?



 Qui l'articolo originale da cui ho preso spunto, di MARJ CHARLIER | Inlandia Literary Journeys.
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